Perché diventano Testimoni di Geova

Molte persone si trovano a un certo punto della loro vita ad affrontare difficoltà emotive o psicologiche che li portano a cercare risposte facili e soluzioni rapide. Le sette, come quella dei Testimoni di Geova, si presentano come un rifugio sicuro, offrendo risposte semplici, ma in realtà sottraggono la libertà individuale, condizionano il pensiero e spesso distruggono relazioni familiari e sociali. In questo articolo esploreremo i meccanismi psicologici che spingono una persona normale a entrare in una setta, analizzando come la vulnerabilità emotiva e psicologica possa essere sfruttata.

Per esemplificare questi meccanismi ho creato 3 profili tipo di persone che potrebbero essere attirate dai Testimoni di Geova. Le dinamiche reali sono molto più complesse e sfumate, ma questi esempi possono renderci un’idea comprensibile dei meccanismi che si attivano quando una persona entra a far parte del gruppo.

Luisa

Background

Luisa ha 34 anni madre di 2 figli, viene da una famiglia disfunzionale, padre alcolista e madre anaffettiva. Dopo la laurea in lettere è rimasta incinta del primo figlio e un anno dopo del secondo. Ha rinunciato a fare l’insegnante per dedicarsi ai figli a tempo pieno. Non ha amicizie, è totalmente concentrata sulla cura della famiglia, inoltre il suo matrimonio non le ha portato l’amore sperato. L’unico hobby che le è rimasto è la lettura che le permette di evadere da una vita che non le riserva più emozioni. I rapporti con la famiglia del marito sono pessimi: loro la trattano con sufficienza e non apprezzano gli sforzi che fa.

Avvicinamento

Un sabato mattina due “sorelle” bussano alla sua porta mentre è sola con i bambini. Una di loro, Maria, è madre come lei ma sembra serena e appagata. Le parlano della “vera famiglia” e di come le donne siano apprezzate nell’organizzazione. Iniziano con lei uno studio biblico , dandole attenzione e ascolto. Il marito si oppone: questo genera in lei un senso di autonomia e di libertà mai provato prima. Si sente libera, autonoma e fiera della sua ritrovata indipendenza. Trova in lei una forza e una combattività che non sapeva nemmeno di avere, per la prima volta nella vita si sente viva!

Ricompense

Nella “verità” si accorge di avere trovato delle persone che la apprezzano, delle amicizie e la famiglia che non ha mai avuto. Tutte le sue domande sulle sue sofferenze passate e sull’incertezza della sua vita passata hanno finalmente una risposta razionale. Il mondo così imprevedibile della sua infanzia con il padre alcolista e violento, diventa improvvisamente chiaro. Ha uno scopo chiaro davanti a sé: salvare sé stessa e i suoi figli. L’opposizione a cui va incontro da parte della sua famiglia non le interessa: avere conosciuto le giuste norme di Geova le dà una superiorità morale rispetto a coloro che la criticano: è diventata una martire per Geova. Questo ruolo, tra l’altro, le permette di avere lodi e attenzioni extra nella sua nuova famiglia, per la sua forte fede e la sua perseveranza: in questo nuovo contesto acquisisce uno status sociale di tutto rispetto.

Guido

Background

Guido è un operaio di 43 anni. E’ cresciuto in una famiglia operaia con un padre estremamente rigido e dalla moralità inflessibile. Fin dall’infanzia, ha assorbito un sistema di valori basato su disciplina, ordine e un forte senso di giustizia che rasenta il perfezionismo. Ha sviluppato un sistema di valori in bianco e nero dove ogni azione, persona o situazione deve essere categorizzata come “giusta” o “sbagliata”. Sul lavoro non si permette pause, arriva sempre in anticipo e spesso resta oltre l’orario senza chiedere straordinari. Osserva con intima disapprovazione i colleghi che parlano di svaghi, vacanze o momenti di leggerezza. Li considera moralmente inferiori. Nutre un risentimento profondo verso chi detiene potere senza “meritarlo” secondo i suoi standard etici rigorosi: questo gli ha impedito di fare carriera in azienda e di essere riconosciuto come dovrebbe. Per compensare la frustrazione professionale e il disagio esistenziale, Guido si è creato un’identità di “uomo giusto in un mondo corrotto”. Si percepisce come moralmente superiore ai colleghi, ai vicini e persino ai familiari. Questa narrazione di sé come “uomo integro” gli fornisce una gratificazione narcisistica che compensava parzialmente la mancanza di riconoscimenti esterni, ma col tempo ha accentuato il suo isolamento e la sua rigidità.

Avvicinamento

Un giorno viene assunto un collega nuovo in azienda. Guido nota fin da subito che questo nuovo collega lavora in modo impeccabile, non dice parolacce e, come lui, non socializza troppo con gli altri colleghi. Iniziano a parlare e un venerdì sera il collega gli chiede se l’indomani mattina Guido può passare dalla Sala del Regno dei Testimoni di Geova per dargli un parere riguardo a un lavoro di manutenzione programmato. Guido si sente importante: il suo lavoro viene richiesto e il suo parere è valorizzato. In Sala Paolo rimane colpito dall’ordine e dalla disciplina dell’organizzazione.

Per la prima volta, si sente “normale” in un gruppo che condivide la sua visione del mondo. Le persone che lavorano seguono scrupolosamente tutte le direttive in fatto di sicurezza sul lavoro. Un mondo fatto di regole chiare, e di persone che come lui il sabato mattina anziché andare a divertirsi si dedicano a una missione importante con abnegazione. Alla fine della mattinata il suo collega di lavoro gli mostra una sessione del sito JW.org dove vengono fornite tutte le risposte a qualsiasi domanda una persona potrebbe farsi. Tutto organizzato in maniera logica, razionale e comprensibile.

Ricompense

Guido diventa rapidamente Testimone. Ha trovato un ambito nel quale la sua meticolosità è apprezzata. a differenza del lavoro qui ha la possibilità di un rapido avanzamento gerarchico. Rapida ascesa a servitore di ministero e poi anziano. Sviluppa un’applicazione inflessibile delle regole e trasforma aggressività in zelo religioso. Le sue capacità vengono finalmente riconosciute, ottenendo un risetto sociale mai ottenuto nella sua vita precedente. Il suo nuovo ruolo di insegnante e di guida morale soddisfa il suo narcisismo. Trova anche delle persone indegne “del mondo” sulle quali riversare il suo disprezzo per la loro indegnità.

Marco

Background

Marco, cresciuto in una famiglia di Testimoni di Geova, ha ricevuto dai genitori amore condizionato alla sua obbedienza alle attività della setta. E’ isolato dai suoi amici a scuola, non li frequenta per attività extrascolastiche e cresce con un io fragile. Dopo il diploma vorrebbe iniziare l’università, ma tutti i suoi amici sono impegnati in qualche forma di servizio a tempo pieno. I suoi genitori gli fanno capire quanto sarebbero fieri di lui se iniziasse a fare il pioniere almeno per un anno.

Avvicinamento

Nel frattempo per mantenersi Marco inizia a fare il postino part-time. L’anno successivo fa la scuola e qui conosce una sorella pioniera. Nel frattempo Marco è stato nominato servitore di ministero e in congregazione è apprezzato da tutti per il suo impegno. A questo punto si sente in trappola: sente che rinunciare a tutto questo per seguire le sue passioni sarebbe un tradimento e una delusione verso i suoi genitori, i suoi amici della Congregazione e la sua ragazza. Reprime tutto questo e continua a fare il pioniere. tre anni dopo si sposa e continua con sua moglie il servizio a tempo pieno pur in mezzo a difficoltà economiche.
I due non hanno figli per dedicare più tempo possibile al ministero. Arrivati a 45 anni sta invecchiando: ogni tanto ripensa a come sarebbe andata se avesse avuto una famiglia o se avesse seguito le sue passioni. Per non impazzire, reprime questi pensieri immergendosi ancora di più nello studio delle pubblicazioni e nelle attività legate alla Congregazione. Ha la chiara percezione che le sue scelte siano il frutto di un condizionamento più che di decisioni personali autentiche.

Ricompense

Come anziano e pioniere Marco gode di grande autorità nel gruppo. Non ha mai ottenuto l’amore incondizionato che tanto desiderava dai suoi genitori quando era piccolo. Ha però un surrogato di questo sentimento: i suoi genitori ormai anziani sono orgogliosi della posizione che il figlio ha raggiunto e usano la sua immagine come mezzo per accrescere il proprio status e il proprio prestigio.

Alle Assemblee e ai Congressi spesso riceve lodi per i suoi discorsi. Sua moglie gli fa capire quanto apprezza lo status che ha ottenuto come moglie di uno degli anziani più in vista della Circoscrizione.

Quando deve fare visite pastorali per consigliare giovani che frequentano l’università e incontra membri con maggiore libertà personale (magari quelli che hanno una carriera o una famiglia), la sua “preoccupazione” per la loro spiritualità può mascherare un’invidia profonda per ciò che lui non ha potuto avere. L’esercizio del controllo sugli altri diventa una valvola di sfogo per la frustrazione derivante dal controllo che lui stesso subisce.

Conclusione

Guardare indietro al proprio percorso all’interno dei Testimoni di Geova rappresenta un passo fondamentale nel processo di guarigione personale. Come abbiamo visto attraverso le storie di Luisa, Guido e Marco, ciascuno è entrato nell’organizzazione per ragioni profondamente personali, legate a bisogni emotivi non soddisfatti e vulnerabilità specifiche.

L’autoconoscenza come protezione

Esaminare onestamente le ragioni che ci hanno portato ad entrare in un gruppo come i Testimoni di Geova è un potente strumento di autoconoscenza. Comprendere quali bisogni cercavamo di soddisfare – che si tratti del desiderio di appartenenza di Luisa, della ricerca di riconoscimento di Guido, o dell’approvazione familiare di Marco – permette di riconoscere le nostre vulnerabilità. Questa consapevolezza diventa una bussola preziosa per il futuro, aiutandoci a identificare quando dinamiche simili si ripresentano sotto forme diverse, anche in altri contesti apparentemente innocui.

Accettazione e perdono come guarigione

Prendere atto di ciò che è accaduto non significa minimizzarlo o giustificarlo, ma accettare che fa parte della nostra storia. Questo passaggio è indispensabile per elaborare il lutto della perdita di anni, relazioni e opportunità. Solo attraverso questa accettazione possiamo davvero andare avanti, perdonando noi stessi per decisioni prese in momenti di vulnerabilità e aprendo la porta alla possibilità di nuove scelte autentiche.

Per chi cerca una dimensione spirituale, questo processo può anche rappresentare un’apertura alla grazia di Gesù, riscoprendo una fede autentica e personale, libera da condizionamenti e manipolazioni.

Verso una libertà autentica

I meccanismi di controllo delle sette prosperano nell’ombra della negazione e del non detto. Portare alla luce del giorno le nostre esperienze, analizzandole con compassione verso noi stessi, è il primo passo per spezzare definitivamente le catene invisibili che possono ancora condizionarci.

La vera libertà non sta solo nell’aver lasciato fisicamente l’organizzazione, ma nel liberare anche la mente e il cuore dai condizionamenti ricevuti, ritrovando la capacità di scegliere consapevolmente il proprio cammino, con una rinnovata fiducia in se stessi e nelle proprie capacità di discernimento.

2 commenti su “Perché diventano Testimoni di Geova”

  1. Tutto perfettamente logico. Grazie per questa bella riflessione. Attendo sempre volentieri i tuoi articoli. Sono un inattivo da mesi ormai. Sto rivalutando tante cose. Purtroppo è anche vero che con i SE è con i MA avanti non si VA. Ma farsi un bell’autoesame e valutare attentamente cosa siamo diventati, le nostre aspettative, i nostri sogni infranti o meno… Beh… Non fa mai male. Io ho subito anche l’ostracismo qualche anno fa e ancora mi porto le cicatrici addosso. Un dolore che a volte riaffiora prepotente. Adesso guardi le stesse persone che un tempo chiamavi AMICI con altri occhi e un’altra realtà… Più dura. Sai che sono in realtà amici fittizi e questo ti fa malissimo.

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    • Grazie per il tuo commento e per il tuo incoraggiamento Aurelia! Il processo di rivalutazione personale che stai attraversando, seppur doloroso, è importante. Scoprire la vera natura di amicizie che consideravi autentiche lascia cicatrici profonde, ma questa consapevolezza, per quanto amara, ti offre una visione più chiara della realtà. Ti auguro di trovare serenità in questo percorso di riscoperta personale.

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