Una celebre citazione attribuita a Carl Jung dice “Ciò a cui resisti persiste, ciò che accetti, ti trasforma”.
Questo significa che reprimere o negare parti di noi stessi, emozioni o esperienze, non le fa scomparire, anzi, le rende ancora più forti. L’energia spesa nel respingerle può portare a tensioni interiori, comportamenti ossessivi o reazioni incontrollate. Lo si vede chiaramente in contesti dove il controllo sulla sfera personale è molto rigido, come accade per i Testimoni di Geova e il sesso. Questo è un ambito regolato da norme severe che spesso generano sensi di colpa e conflitti interiori. Tali conflitti influenzano profondamente il modo in cui le persone vivono la propria intimità.
Al contrario, accettare significa riconoscere e integrare consapevolmente aspetti di noi stessi. L’accettazione non significa approvazione, ma riconoscimento della realtà. Quando accettiamo qualcosa, possiamo lavorarci costruttivamente. L’integrazione consapevole permette la trasformazione e la crescita personale.
L’atteggiamento dei Testimoni di Geova verso il sesso riflette molto bene, a mio parere, questa dinamica. Digitando la parola sesso sul motore di ricerca delle loro pubblicazioni, essa viene costantemente associata ad aggettivi come: immorale, impuro, sbagliato.
I Testimoni di Geova e il sesso: la negazione
Parlando di negazione, prendiamo ad esempio l’articolo “Come faccio a togliermi il sesso dalla testa?” pubblicato nella rubrica “I giovani chiedono”. Già il titolo suggerisce che il sesso sia qualcosa che se è presente nella testa di un giovane dovrebbe essere tolto. Se qualcosa deve essere tolto significa che non dovrebbe essere lì e se ci sta è sbagliato.

Dopo avere spiegato che continuare a pensare al sesso ti causerà soltanto frustrazione dal momento che potrai farlo solo da sposato, partono i consigli per attuare il piano di negazione:
- Sposta la tua attenzione su qualcos’altro
- Scegli bene i tuoi amici
- Evita divertimenti dal contenuto immorale
E ora passa ai benefici: “sforzarti di non pensare al sesso ti aiuta a sviluppare una qualità: l’autocontrollo”. La nota specifica che “l’autocontrollo è utile anche alle persone sposate “anche chi è sposato deve avere autocontrollo. Questo è un motivo in più per imparare a sapersi controllare quando si è ancora single”.
La mia esperienza personale
Sono stato cresciuto esattamente con queste linee guida e vi posso assicurare non solo che non funzionano, ma producono esattamente l’effetto paventato da Jung. Fin da ragazzo, più mi sforzavo di reprimere pensieri “impuri” e più si rafforzavano. Non solo, mi hanno portato a pensieri e comportamenti ossessivi. Col tempo mi sono reso conto che non era un problema solo mio. Molti fratelli in congregazione ammettevano, più o meno velatamente di avere questi enormi “combattimenti interiori”.
Ovviamente la Watchtower imputa queste difficoltà alla nostra imperfezione innata e le pressioni del degradato mondo di Satana. Tuttavia ho sempre avuto il sospetto che le persone del mondo avessero un approccio più sano al sesso. Si permettevano addirittura di scherzare sull’argomento e non erano tutti dei mostri deviati ossessionati dal sesso. Al contrario mi sembrava che quelli ossessionati dal sesso eravamo noi Testimoni. Nelle conversazioni tra noi ragazzi era qualcosa di non detto ma che aveva una enorme importanza!
I Testimoni di Geova e il sesso: le ossessioni
Col tempo mi convinsi che c’era qualcosa che non andava in questo meccanismo. Uno dei miei più cari amici dell’epoca, che chiamerò Giovanni per rispettare la sua privacy, aveva sviluppato una vera e propria ossessione per il sesso. I Testimoni di Geova e il sesso erano un binomio carico di restrizioni e sensi di colpa, e lui cercava disperatamente di restare fedele agli insegnamenti dell’organizzazione. Decise di seguire i consigli della Watchtower applicando un rigoroso piano di azione.
Era arrivato a cambiare strada per non vedere dei cartelloni pubblicitari che mostravano ragazze in bikini, a spostare il PC fisso in salotto, a non stare a casa da solo, a farsi mettere il parental control sullo smartphone ecc… Eppure sembrava che niente bastasse. Non appena sistemava uno di questi aspetti ne compariva subito un altro: l’abito scollato di una collega di lavoro, una pubblicità alla televisione. Qualsiasi cosa lo turbava e lo faceva sentire in colpa. Nonostante si dedicasse a comportamenti autopunitivi come serate passate sulle pubblicazioni Watchtower, docce fredde, passeggiate corroboranti, alla fine dovette arrendersi.
Ci facemmo 300 Km in auto per farci visitare da un medico psichiatra (Testimone di Geova) che si accontentò molto serenamente di diagnosticargli un D.O.C. e di prescrivergli dei farmaci. le ossessioni si sarebbero affievolite e il ragazzo si sarebbe calmato. Non funzionò, la cosa proseguì per anni, anche dopo che il mio ex-amico si sposò ed ebbe dei figli.
A quel punto era saltata completamente anche la tesi che circolava tra noi ragazzi: quando ci sposeremo questo desiderio avrà un suo sfogo naturale e scompariranno tutte le ossessioni. Mi sbagliavo anche stavolta.
Fidanzamento e matrimonio
Il fidanzamento è un momento in cui gli anziani della congregazione devono tenere gli occhi bene aperti. I due fidanzati non devono mai stare da soli appartati e qualora si fossero abbandonati a “effusioni amorose intime e passionali“, ciò andrebbe sottoposto all’attenzione degli anziani. Essi dovrebbero indagare per capire se esistono gli estremi per un’azione giudiziaria. Per comprendere meglio questo devono capire se nella loro condotta si ravvisa un certo grado di avidità. La loro indagine deve “valutare attentamente cosa è accaduto e la misura in cui le azioni sono state compiute”.

Secondo la mia esperienza, tutte queste regole sono servite ad altro che a rendere queste pratiche più desiderabili e a nasconderle: semplicemente i giovani fidanzati non ne parlavano, causando a se stessi ulteriori problemi di vergogna, sensi di colpa e disagio. Che fare quindi?
In 1 Corinti 7:9 viene detto: “se però non riescono a padroneggiarsi si sposino, perché è meglio sposarsi che bruciare di passione”. Questo versetto serviva come base ai giovani della mia congregazione che conoscevo per sposarsi a 22,23 o 24 anni. Non potendo avere esperienze prima del matrimonio concludevano che questa sarebbe stata l’unica strada onorevole da percorrere. C’era pero’ una dinamica che mi sfuggiva: sempre più spesso queste giovani coppie si separavano e divorziavano dopo pochi anni di matrimonio; altri invece “tenevano duro”, ma si vedeva chiaro come il sole che erano infelici. Fare sesso non era quindi servito a risolvere altri problemi della coppia, come la mancanza di dialogo, di obiettivi comuni e un vero sostegno nella propria crescita personale.
I Testimoni di Geova e il sesso: il sesso orale
La storia di come il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova ha considerato il sesso orale è esemplare per comprendere il livello di controllo e di manipolazione raggiunto sui fedeli.
Come riportato diffusamente da Raymond Franz nel suo libro Crisi di coscienza (pp. da 69 in avanti) a partire dai primi anni ’70 il Corpo Direttivo pervenne alla decisione che tutto ciò che non corrispondesse a una normale pratica sessuale tra due persone era considerato pornèia e quindi passibile di disassociazione. Diversi fratelli e sorelle furono disassociati, molti matrimoni saltarono (in particolare quelli dove uno dei due non era Testimone di Geova) e gli anziani furono chiamati a deliberare sulle abitudini sessuali dei propri fratelli in fede e a giudicarle pure o impure.
Un passo indietro
Questa posizione fu ammorbidita nel 1978, anno in cui La Torre di Guardia stabilì che non era prerogativa degli anziani indagare così a fondo su una questione in cui le Scritture non si esprimevano nei dettagli: era ora diventata una questione di coscienza del singolo Testimone. Nonostante l’apparente apertura, I Testimoni di Geova e il sesso rimasero un tema complesso, avvolto da un continuo senso di colpa e dal bisogno di vigilanza. Non per nulla l’articolo ammoniva che “con questo non si deve intendere che tutte le varie pratiche erotiche a cui le persone si abbandonano siano condonate, poiché non è affatto così”. Le coppie sposate erano pertanto invitate ad analizzare ogni loro comportamento e ad accertarsi che mantenessero una buona coscienza davanti a Dio. Quale fosse il limite al di là del quale la coscienza divenisse impura nessuno lo sapeva, ma c’era sempre da stare in guardia.
Al contrario di ciò che viene scritto nelle pubblicazioni dove il sesso è considerato un “dono di Dio” è davvero difficile immaginare come una persona cresciuta in questo clima di terrore possa avere un approccio sano alla sessualità.
Il debito coniugale
Ciò in cui le pubblicazioni dei Testimoni sono state particolarmente zelanti è il “debito coniugale” così come descritto in 1 Corinti 7:3-5. Se digitate questa espressione sul motore di ricerca delle pubblicazioni della Watchtower troverete molti articoli. In generale viene sottintesa l’idea di concedersi regolarmente al proprio coniuge per non esporlo alla tentazione di cercare altrove soddisfazione sessuale.
Le parole che Paolo ha scritto nella lettera ai Corinti come esortazione sono diventate nelle pubblicazioni dei Testimoni oggetto di analisi. C’è davvero bisogno che qualcuno esamini a fondo quante volte una coppia fa sesso e in che misura questo incida sulla felicità della coppia? Un gruppo religioso dovrebbe davvero interessarsi nei dettagli a quante volte una coppia fa sesso?
Ricordo che non ero ancora sposato che uno zelante anziano mi confidò che per non sbagliare lui e la moglie si erano accordati di fare sesso tutti i sabati pomeriggio. In questo modo lui e la mogli erano sicuri che avrebbero adempiuto il debito coniugale senza altri pensieri.
Masturbazione & pornografia
L’ultimo capitolo della saga “I Testimoni di Geova e il sesso” è probabilmente uno dei soggetti che ha attirato di più l’attenzione della Watchtower nelle sue pubblicazioni: la masturbazione. Ignorando che questa azione può essere il risultato di dinamiche anche molto diverse tra loro come frustrazioni, speranze e altro che hanno poco a che vedere con il sesso, la Watchtower ha decretato delle regole molto semplici. La masturbazione è impura, essa puo’ divenire una pratica e puo’ portare alla riprensione e perfino alla disassociazione qualora la persona non dia segni di pentimento o sia recidiva.
La Watchtower si è da tempo presa la briga di legiferare su una pratica che la Bibbia stessa non menziona. Nella Svegliatevi del 1987 veniva infatti detto: “Il fatto che la masturbazione non è direttamente condannata dalla Bibbia significa forse che sia innocua? Assolutamente no!“, “Questa pratica insegna a trattare il proprio corpo come un semplice oggetto da usare per trarne piacere sessuale.” Parlando delle conseguenze sul matrimonio la Svegliatevi aggiunge che se ci si masturba “si può essere inclini a sfruttare l’altra persona usandola come un semplice strumento per la propria soddisfazione sessuale”.
Il peccato imperdonabile
L’articolo ammette che molti si sentono in colpa, depressi e avviliti al punto tale che alcuni dopo essere ricaduti in questo comportamento pensano di avere commesso il peccato imperdonabile. Viene quindi spiegato che Geova, nella sua profonda conoscenza che ha di noi e nella sua misericordia ci può dare una coscienza pura.

Visto che le cose stanno così non ho mai capito la necessità di autodenunciarsi agli anziani ad ogni ricaduta. Soprattutto non ho mai capito di che aiuto potessero essere gli anziani, lasciando perdere che io sono maschio. Immaginate una sorella che spiega davanti a due anziani nei dettagli cosa la eccita sessualmente e come è arrivata a masturbarsi. Il supporto degli anziani si limita a pregare perché questo non succeda più e a rendersi disponibili quando mi viene la voglia: li posso chiamare e fare una bella chiacchierata, come suggerito dall’esperienza raccontata nella Torre di Guardia del 2016.
Ciò che è completamente assente è la comprensione delle motivazioni che stanno alla base della masturbazione: in tutti gli articoli che parlano del soggetto, si dà per scontato che la persona pratichi la masturbazione perché è un avido egoista. La soluzione consiste non nel comprendere, ma nel reprimere attraverso la paura di un’autodenuncia agli anziani e la minaccia del senso di colpa.
Sei colpevole
La narrativa anche recentissima della Watchtower è che tu come individuo sei colpevole di default: se sei lasciato da solo i tuoi pensieri ti porteranno automaticamente verso l’impurità. Non hai bisogno di capire cosa vuole comunicarti il tuo corpo con questi desideri e perché lo sta facendo. Tutto ciò che devi devi fare è reprimerli e allontanarli: non hai altra scelta che “lottare“, “fare ogni sforzo” e naturalmente “impegnarti il più possibile nelle attività spirituali“.
L’obiettivo
Davvero l’obiettivo della Watchtower è renderti più puro e felice? Ho avuto la risposta dai miei psicoterapeuti. Quando ero in terapia non di rado mi capitava di sentire lo psicologo di turno sia che fosse Testimone e no, mi hanno confessasse che gran parte del suo lavoro era concentrato a scardinare dinamiche patologiche acquisite dai profondi sensi di colpa che avevano a che fare con il sesso.
Sensi di colpa, vergogna e paure: armi molto efficaci per controllare le emozioni e i comportamenti delle persone appartenenti a un gruppo. Forse è questo l’obiettivo della Watchtower, e non ha niente a che vedere con il sesso.
Qui trovi il video correlato: