Chi sono

Uscire dai Testimoni di Geova è stato per me un percorso doloroso e complesso, ma ciò che ne ho avuto in cambio ha ripagato ampiamente i miei sforzi. Io sono Mauro Fieni, e questo è il racconto della mia esperienza personale con i Testimoni di Geova: un viaggio che parte dal controllo e dalla sofferenza per arrivare alla rinascita e alla scoperta di me stesso.

Gli inizi

Come molti Testimoni di Geova, sono nato in una “famiglia divisa“, cioè una famiglia in cui uno dei due coniugi (molto spesso il padre, come nel mio caso) non è Testimone. Per questo motivo ho frequentato la Chiesa Cattolica fino all’età di 17 anni, età in cui entrai per la prima volta in una Sala del Regno. In quel periodo ho vissuto pienamente e in prima persona il fenomeno che gli studiosi di controllo della mente chiamano “love bombing”, ossia ero sommerso da di attenzioni eccessive, affetto e supporto incondizionato. Questa strategia di seduzione psicologica unita alla mia fragilità emotiva mi fece interpretare l’ attenzione intensa e l’affetto mostrato dal gruppo come una risposta ai miei bisogni emotivi profondi: questo abbassò le mie difese mentali e mi rese vulnerabile alla manipolazione. Solo molto tempo più tardi realizzai che tutto questo avrebbe avuto un prezzo molto alto da pagare.

La necessità della performance

Iniziai a capirlo molto presto quando intuii che l’amore, l’attenzione, le coccole che il gruppo mi riservava erano vincolate a una performance. L’ espressione “fare progresso spirituale“, molto in voga tra i Testimoni, è un modo che si usa per misurare la tua posizione nel gruppo: gli indicatori sono quanto tempo passi a predicare ogni mese, quali privilegi ti hanno dato se sei maschio (questi privilegi vanno dal quelli più umili come pulire la Sala del Regno a fine adunanza a quelli più in vista come pronunciare un discorso alle adunanze, alle assemblee o ai congressi di zona).

Desideravo disperatamente ottenere l’approvazione del gruppo e mi sottoposi a una serie di decisioni che non sentivo mie, ma sentivo necessarie per ottenere la loro approvazione: iniziai a fare il pioniere, mi trasferii in un gruppo di lingua straniera “dove il bisogno era maggiore”, fui nominato Servitore di Ministero, lasciai il lavoro per frequentare la Scuola di Addestramento per il Ministero al rientro dalla quale ero pronto per essere nominato anziano. Avevo anche organizzato la mia vita profana in modo tale da “servire Geova più pienamente” cancellando ogni progetto di crescita personale che non fosse vincolato al gruppo, lavorando part-time e accettando di fare lavori umili per dedicare il resto della giornata al servizio del gruppo.

Dissonanza cognitiva

Più salivo quella scala sociale all’interno del gruppo più stavo male psicologicamente: anni più tardi avrei scoperto che gli psicologi la chiamano dissonanza cognitiva. I miei amici erano perplessi della mia situazione, del mio profondo disagio: uno di loro mi disse “Mauro, eri un cavallo da corsa destinato alle competizioni ed ora sei qui zoppo”. Le persone del gruppo sembravano più preoccupate delle mie performance in calo che di ciò che provavo interiormente.

Iniziò a fare capolino l’idea che tutto l’amore e i sorrisi entusiasti non fossero così autentici come avevo sempre pensato. Scacciavo questo pensiero, come fanno molti Testimoni: ammettere che tutto non fosse autentico avrebbe significato cancellare vent’anni di vita e scambiarla per un mondo dipinto come malvagio.

Il controllo e la manipolazione

Un ambito in cui il controllo erano le “visite pastorali”: incontri regolari con gli anziani della congregazione. Questi incontri, sebbene presentati come momenti di supporto, si trasformavano in giudizi severi sul mio comportamento e condotta. L’obiettivo apparente era garantire la mia purezza spirituale, ma finivano per diventare un controllo ossessivo della vita privata. Questo monitoraggio continuo contribuì ad alimentare la mia ansia e mi portò alla diagnosi di depressione, ansia e DOC. Uscire dai Testimoni fu necessario per capire che il disagio mentale non era una carenza spirituale.

Quelli furono tempi segnati dalla paura di iniziare un percorso psicologico che potenzialmente mi avrebbe portato fuori dai Testimoni. Gli psicologi erano considerati persone “del mondo” che non capivano cosa significasse essere “nella verità”. Mi curai quindi solo con psicofarmaci sotto psichiatri, ma dopo quattro anni smisi, esausto. Gli psicologi Testimoni implicitamente dicevano: “Ti aiuteremo, ma i Testimoni sono l’unico posto dove sarai felice.”

Il punto di svolta per uscire dai Testimoni di Geova

Il punto di svolta è stato un processo graduale fatto di disperazione e voglia di vivere. Uscire dai Testimoni è stato un cammino complesso, segnato da molti episodi che negli ultimi anni mi hanno aperto gli occhi. Non ce l’avrei fatta senza uno psicologo (non Testimone) con il quale feci un patto di scoprire chi ero realmente. Iniziai un percorso di autoconoscenza illuminante e doloroso che mi ha portato fino a questo blog.

Decidere di uscire dal gruppo è stato solo il primo passo: uscire dai Testimoni significava anche imparare cosa significa solitudine e isolamento. Ricostruire i pezzi non è stato semplice, ma ci sono stati risvolti imprevisti: persone che mi hanno consolato. Tra queste, persone fuori dal gruppo che mi hanno accettato e altri che hanno condiviso la propria esperienza, facendomi sentire meno solo.

Perché questo blog

Il supporto che ho trovato quando mi sono trovato solo è stato uno dei motivi principali che mi ha spinto a creare questo blog. Il mio obiettivo non è denigrare l’organizzazione, ma raccontare un punto di vista sui Testimoni di Geova alternativo a quello ufficiale e offrire supporto a coloro che, dentro o fuori dal gruppo percepiscono un disagio.

A tutti loro vorrei dire che uscire dai Testimoni di Geova è un percorso complesso, ma la vita fuori dal gruppo è piena di opportunità. Questo blog dimostra che esiste una vita oltre i Testimoni: una vita autentica che ti aspetta, la tua.

10 commenti su “Chi sono”

  1. Tutta la mia stima.
    la tua coscienza, il tuo amore, la tua logica ti hanno portato a scegliere con consapevolezza.
    Per qualsiasi cosa… io ci sono.

    Se leggi la mia esperienza ti sarà chiaro il motivo.

    Rispondi
    • Grazie di cuore per le tue parole, mi fanno davvero piacere.
      È un cammino che sto affrontando con consapevolezza, cercando di seguire logica, amore e ciò che sento essere giusto per me.
      Mi farebbe molto piacere leggere la tua esperienza! Dimmi dove posso trovarla, oppure se ti fa piacere possiamo fare anche una chiacchierata per telefono.
      Il mio obiettivo non è solo informare, ma anche creare una community di persone che possano comprendersi e sostenersi a vicenda, dal momento che hanno in comune la passata esperienza nei TdG.
      Fammi sapere, a presto! 🙏🏻

      Rispondi
  2. ciao Mauro grazie mille per l impegno e tutte le piacevolissime chicche di cui trabiccano i tuoi video….se vorrai dedicarmi (senza ovviamente nessuna fretta) 10 minuti con una comunicazione a l telefono ne sarei onorato. penso di avere un esperienza di dimissioni Abbastanza particolare. un accenno….comitato di piu di 2 ore accusa apostasia e turbamento della congregazione. dopo tutto questo tempo mi hanno proposto un accordo “mafioso” silenzio e anno sabatico di inattività in cambio di una non espulsione. il finale è da scherzi a parte..ma paradossalmente in linea con l ipocrisiadi fondo..338 9623452 ….spettacolare il tuo video sui dubbi

    Rispondi
  3. Ciao Mauro,
    la tua storia, anche se non è tra quelle “hard core”, è preziosa proprio perché è una tra le tante. Mi riconosco in molto di quello che scrivi, eccetto per il punto “progresso spirituale” che fortunatamente non ho mai avuto la possibilità di fare (il mio motto quando ero lì dentro è sempre stato “dove è scritto…” e quindi non sono mai andato molto distante..).
    Apprezzo molto il tuo equilibrio e la tua pacatezza nell’esprimere la tua esperienza e le tue opinioni, caratteristica rara tra i fuoriusciti che fanno informazione in Italia (purtroppo).
    Grazie di tutto e spero di conoscerti di persona.
    Patrick

    Rispondi
    • Ciao Patrick,
      ti ringrazio di cuore per le tue parole. È bello sapere che ti riconosci in parte della mia esperienza. Il tuo approccio critico e la tua capacità di mantenere una certa distanza sono qualità preziose.
      Mi farebbe piacere approfondire la nostra conoscenza. Se ti va, puoi compilare il modulo di contatto o scrivermi su Instagram così possiamo organizzare una chiacchierata telefonica una sera.
      Un caro saluto,
      Mauro

      Rispondi
  4. Ciao Mauro è un caro saluto anche a chi leggerà queste poche righe in cui credi di esprimere il mio disappunto (e senza presunzione aggiungerei pure condiviso!) in merito a tante contraddizioni e ipocrisie che si vedono nell’Organizzazione. Mi introduco dicendo che ho passato abbondantemente la quarantina e nella verità ci sono nato, e quando caro Mauro parli di carriera spirituale, titoli e nomine…beh non posso far altro che darti ragione in tutto e per tutto. Raggiungere un obiettivo come per esempio servire in congregazione in qualità di Servitore di Ministero oppure anziano non e’ più, nella stragrande maggioranza dei casi, un’opportunità nobile per prodigarsi a favore degli altri fratelli, ma e’ diventata una spregevole competizione tra fratelli per una questione di prestigio e di visibilità. Detto proprio terra terra, chi nella vita e’ stato preso “a pesci in faccia”, molto spesso cerca di fare “l’arrampicata al potere” proprio come una rivalsa: nella vita quotidiana contano poco o nulla? Benissimo, nella congregazione questi individui diventano perfetti despota! Poi se hai il papà anziano o sei comunque parente di nominati “che contano”, con o senza alcun merito, hai la strada spianata a grandi privilegi di servizio. Tutto questo non ha nulla a che vedere col vero cristianesimo, perché Gesù disse che “uno solo e’ il vostro maestro, voi siete TUTTI FRATELLI”. Invece, dietro il mantra della Watchtower ripetuto nei recenti articoli di studio della Torre di Guardia che trattavano appunto l’argomento dell aspirare a servire come nominati, tutti noi all’apparenza siamo uguali, non dobbiamo avere invidia, gelosia di altri fratelli che vengono nominati, e che tutti dobbiamo avere il giusto spirito per aspirare a servire maggiormente..ma per esperienza personale posso affermare che se non sei in primis figlio, parente, amico leccapiedi, ruffiano e delatore degli anziani, MOLTO DIFFICILMENTE sarai preso in considerazione per una nomina anche se sei un fratello spirituale, umile, sincero e che desidera prodigarsi per gli altri.
    Prometto che vi racconterò la mia storia da quando venni nominato Servitore di Ministero nel 2010, sino alla mia rimozione avvenuta per “vendetta” nel 2021.
    Mauro, forse io finora non ho avuto il tuo coraggio, e me ne vergogno. Ma dalle tue parole e dai tuoi video comprendo molto bene ciò che hai passato e ti ammiro per ciò che sei oggi. Sei un GRANDE!
    Un caro saluto e un VERO abbraccio fraterno!

    Rispondi
    • Ciao Claus,
      ti ringrazio di cuore per il tuo messaggio così sincero e profondo. Mi ritrovo pienamente nelle tue parole e nella tua analisi lucida di quello che succede nell’Organizzazione.
      Non devi vergognarti: ognuno ha i suoi tempi e il coraggio matura anche attraverso esperienze dolorose.
      Ti mando un forte abbraccio fraterno e sarò felice di ascoltare la tua storia quando vorrai condividerla.
      A presto!

      Rispondi
  5. Ciao Mauro, desidero davvero farti i miei complimenti su come riesci a “tradurre” ogni forma di manipolazione, controllo e relative reazioni e conseguenze di chi subisce tutto questo… Non è per niente scontato per chi è dentro, o è stato dentro per molti anni, dato che si ragiona con i loro schemi mentali! Ti seguo da poco, ma ho subito notato un’intelligenza e una cultura anomala per un testimone di geova… e per questo non riesco a capire perché sei stato dentro così tanti anni…
    Io purtroppo ci sono nata in questo incubo e l’unica ragione della mia vita era raggiungere la maggiore età per scappare e iniziare a vivere… e così è stato. Bisogna però poi fare i conti con tutti gli sbagli indotti da credenze e mentalità assurde che, per quanto le rifiutassi, erano state “inculcate” perfettamente nel mio inconscio… Ho dovuto letteralmente riprogrammare il mio cervello, lavoro durato anni e forse non ancora terminato. È la prima volta in tutta la mia vita che sento parlare un ex tdg come te. Non credevo fosse possibile!!!
    Non ho mai condiviso le mie esperienze all’interno dell’organizzazione, sono state molto forti, ma tanto non mi credeva nessuno ed ero sempre io la colpevole! Fortunatamente ho capito da piccina che l’unica salvezza sarebbe stata la scuola e il lavoro, che mi hanno permesso da giovanissima di andarmene via di casa! L’ignoranza dei miei genitori è stata la causa per cui ci sono cascati dentro… e io non dovevo essere ignorante come loro…
    Ancora complimenti e un augurio enorme per il tuo progetto! Se ti va di farti una chiacchierata ci sono.
    Vanessa

    Rispondi
    • Ciao Vanessa, grazie di cuore per le tue parole.
      Hai fatto un percorso incredibile, uscendo da sola così giovane e puntando sull’istruzione: sei un esempio di forza e lucidità raro.
      Come moltissimi “ex” il lavoro di riprogrammazione mentale non è qualcosa che si esaurisce nel momento in cui esci, ma un percorso continuo. Il fatto che tu ne sia consapevole è già una grandissima risorsa.
      Mi fa piacere che i miei contenuti ti abbiano colpita. Se ti va di parlarne, ci sono volentieri: se hai Instagram ci possiamo sentire su @jwinfo.it
      Un abbraccio e complimenti per la tua rinascita!

      Rispondi
  6. Sono anch’io un ex dal 09/05/1984. Mi ha fatto tantissimo piacere conoscerti. Ammiro e stimo la professionalità con cui ti esprimi. Condivido con quanti hanno riconosciuto in te un ex che sa parlare dei tdG con equilibrio, saggezza e soprattutto con un corretto spirito critico. Vorrei conoscerti meglio, magari attraverso una bella telefonata. Il mio numero di cellulare è xxx – xxxxxxx. Spero in una risposta. Un abbraccio.

    Rispondi

Lascia un commento